Respirare diventa un’impresa
Chronic Obstructive Pulmonary Disease
BPCO è un acronimo di quattro lettere che significa «broncopneumopatia cronica ostruttiva», una malattia polmonare incurabile i cui sintomi peggiorano nel tempo. La BPCO restringe le vie respiratorie lentamente ma inesorabilmente fino a provocare una forte dispnea.
Carenza di ossigeno
In passato, la BPCO era chiamata «tosse del fumatore» e veniva quindi sottovalutata. Nei casi gravi il raggio d’azione delle persone colpite arriva a malapena alla porta di casa. La principale causa della BPCO è il fumo.
Il restringimento permanente delle vie respiratorie e la carenza di ossigeno hanno conseguenze anche per il cuore. Deve lavorare di più per pompare il sangue attraverso i polmoni malati e garantire al corpo un apporto sufficiente di ossigeno.
Sintomi e cause
Sintomi: da cosa si riconosce la BPCO?
Tosse, espettorazione e dispnea sono i primi segnali tipici di una broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Dispnea
La dispnea è la conseguenza più seria della BPCO. Il muco viscoso e l’infiammazione cronica restringono le vie respiratorie, dando la sensazione di respirare attraverso una cannuccia. Di conseguenza si riduce la prestanza fisica dei pazienti. Inizialmente la dispnea viene avvertita solo durante gli sforzi di una certa entità, ma in seguito già a riposo.
Tosse
Le persone con BPCO soffrono di tosse specialmente al mattino.
Espettorazione
I polmoni malati producono più muco rispetto a quelli sani. Il muco viscoso deve essere «espettorato» tossendo. Ci sono però anche persone colpite che non presentano espettorazione.
Bronchite cronica
Spesso è un cattivo presagio. Se una bronchite cronica non viene curata, può degenerare in una BPCO.
La malattia si sviluppa in modo subdolo
La BPCO viene generalmente diagnosticata tra i 40 e i 55 anni d’età, ma il suo decorso inizia ben prima e procede in modo subdolo. «È solo tosse.» Molte persone affette da BPCO si sono abituate alla tosse mattutina e sottovalutano i sintomi. Quando poi si recano dal medico per una malattia acuta, ormai il tessuto polmonare è già molto danneggiato.
Fattori di rischio: chi si ammala di BPCO?
Il 90 percento delle persone affette da BPCO ha fumato molto per tanti anni. Un terzo di tutti i fumatori sviluppa la BPCO. Sono a rischio anche le persone che per lavoro sono a contatto senza protezione con le polveri in ambito agricolo o industriale e respirano sostanze nocive.
- Fumo
- Inalazione di polveri sul lavoro
Cause: Perché manca l’aria?
Le sostanze chimiche e nocive respirate per tanti anni provocano un’infiammazione perpetua e un restringimento delle vie respiratorie.
Ciglia vibratili danneggiate
Quando respiriamo, minuscole particelle di impurità presenti nell’aria penetrano nelle vie respiratorie. Per eliminarle, le vie aeree sono rivestite da una mucosa ricoperta di ciglia vibratili. Queste ultime sono un po’ come degli spazzini, che rimuovono via le sostanze nocive inalate espellendole all’esterno. Nelle persone affette da BPCO, le ciglia vibratili sono danneggiate da anni di inalazione di sostanze nocive. Per questo motivo non sono più in grado di svolgere il loro lavoro, o lo fanno solo in parte. Le sostanze nocive si sedimentano nei bronchi e si mischiano con il muco in eccesso.
Bronchite cronica
Nelle vie respiratorie si depositano non solo sostanze nocive ma anche agenti patogeni, che possono causare un’infiammazione permanente: la cosiddetta bronchite cronica. Se non curata, la bronchite cronica tende di regola a degenerare in BPCO.
Enfisema polmonare
Al termine delle vie respiratorie, gli alveoli polmonari cedono ai vasi sanguigni l’ossigeno presente nell’aria inalata, assorbendo allo stesso tempo anidride carbonica (CO2). Si forma un enfisema polmonare perché molti alveoli sono danneggiati. Non sono più in grado di cedere l’ossigeno al sangue e i polmoni ricevono meno aria fresca. Il tessuto polmonare perde inoltre la sua elasticità. Quando l’aria viene espulsa rapidamente, ad esempio mentre si salgono le scale, il petto si restringe. Normalmente durante questa espirazione forzata, le fibre elastiche dei polmoni impediscono ai bronchi di collassare.
Tale collasso si produce invece in caso di enfisema, quando non si riesce più a espirare una parte dell’aria inspirata. Ne deriva quindi un’iperdistensione dei polmoni, che si riduce soltanto dopo diversi respiri normali.
Per questo motivo, l’enfisema polmonare viene chiamato anche iperdistensione o iperdilatazione polmonare.
Diagnosi e trattamento
Diagnosi: confermare la BPCO
Visita medica
Il metodo più importante per formulare la diagnosi è il test della funzionalità respiratoria, chiamato spirometria. Il test può essere eseguito anche dal medico di famiglia. In casi particolari, è possibile ricorrere a metodi diagnostici complementari al fine di escludere altre malattie.
Come funziona il test della funzionalità respiratoria?
Per eseguire il test bisogna respirare in un boccaglio collegato al cosiddetto spirometro. Quest’ultimo misura sia il volume massimo di aria inspirata, sia il flusso di aria espirata. In base ai risultati della misurazione è possibile stabilire se le vie respiratorie sono ostruite.
Trattamento: cosa riesce a migliorare la qualità della vita?
La BPCO non è curabile. Prima viene diagnosticata la malattia, meglio si riesce a contrastarla. I farmaci broncodilatatori agevolano la respirazione. A uno stadio avanzato della malattia, un apporto supplementare di ossigeno porta sollievo. L’esito del trattamento non dipende però solo dai medicinali. Fare regolarmente attività fisica migliora nettamente la prestanza e il benessere dei pazienti.
Il programma di coaching «Vivere meglio con la BPCO» della Lega polmonare spiega ai pazienti cosa significa davvero la malattia per loro e come gestirla. Dopo il corso possono gestire meglio la loro respirazione nel quotidiano e sanno come riconoscere un peggioramento dei sintomi e reagire di conseguenza.
Primo passo: stop al fumo
Smettere di fumare è la cosa più importante da fare per curare la BPCO. Solo smettendo di fumare è possibile fermare o rallentare la distruzione progressiva dei polmoni. Dire addio al fumo conviene quindi sempre, a prescindere dallo stadio della malattia.
L’esercizio aumenta la prestanza fisica
I pazienti affetti da BPCO spesso non fanno esercizio fisico. Evitano di affaticarsi in quanto ciò potrebbe causare episodi di affanno. Di conseguenza, sforzi sempre più piccoli causano una difficoltà respiratoria sempre più elevata. Questo circolo vizioso può però essere interrotto. Ad esempio con la riabilitazione polmonare o partecipando a specifiche attività di ginnastica di gruppo. È in quest’ottica che la Lega polmonare offre il coaching di autogestione «Vivere meglio con la BPCO», che spiega come gestire al meglio questa patologia.
I farmaci attenuano i disturbi
I farmaci broncodilatatori possono attenuare i disturbi e la dispnea in caso di sforzo fisico. Si tratta in genere di farmaci da inalare una o più volte al giorno. Allo stadio avanzato l’infiammazione nei bronchi viene trattata con preparati cortisonici da inalare.
Vaccinarsi contro l’influenza e lo pneumococco
Spesso il decorso della BPCO è complicato da infezioni delle vie respiratorie e polmoniti. Poiché i polmoni sono già compromessi, in caso di infezione le persone malate subiscono maggiori danni rispetto alle persone sane. Le persone affette da BPCO dovrebbero sottoporsi alle seguenti vaccinazioni per prevenire possibili infezioni respiratorie:
- Una volta l’anno contro l’influenza.
- Ogni cinque o sei anni contro lo pneumococco, un agente patogeno della polmonite molto diffuso
- A cadenze regolari contro il coronavirus, secondo le raccomandazioni per persone particolarmente a rischio dell’Ufficio federale della sanità pubblica.
L’ossigenoterapia migliora la qualità della vita
Nello stadio più avanzato della malattia, può insorgere una mancanza cronica di ossigeno. Questa viene compensata con un’ossigenoterapia che facilita la respirazione e migliora la qualità di vita.
Vivere meglio con la BPCO
Programma di coaching della Lega polmonare
La dispnea genera condizioni fortemente invalidanti e spaventa le persone affette da BPCO le quali, non riuscendo più a svolgere le attività abituali, tendono sempre più a isolarsi – e si entra così in un circolo vizioso. Il programma di coaching «Vivere meglio con la BPCO» aiuta le persone colpite a comprendere e affrontare la malattia. Gli pneumologi sono convinti dell’efficacia del programma: «I partecipanti riescono meglio a tenere sotto controllo i loro sintomi già nell’arco di poche settimane. Nel corso imparano come gestire la loro respirazione nel quotidiano, riconoscere un peggioramento dei sintomi e reagire di conseguenza», riferisce un primario.