Ritratti

«Più facevo sport, più facile diventava farne»

Per Frederick Oehl una grave forma d’asma e il sovrappeso rendevano lo sport una tortura. Ma da quando ha scoperto il canottaggio, non lo ferma più nessuno

Basta una stretta di mano per capire chi si ha davanti: Frederick Oehl non è un giovani come gli altri. Su entrambi i palmi si scorgono calli e pelle screpolata, e non a caso. Frederick Oehl è un appassionato vogatore che si allena per due ore addirittura 7 o 8 volte a settimana. Ma i calli non sono l’unico indizio dei frequenti allenamenti: sotto il maglione bianco si intuiscono braccia muscolose e pettorali scolpiti dallo sport. Nel 2019, con il Seeclub Zürich Frederick ha conquistato il titolo nazionale under 17 nel quattro di coppia. Ma non si può dire che Frederick sia uno sportivo dalla nascita.

«Era un circolo vizioso»

Dall’età di 2 anni Frederick Oehl soffre di un forte asma allergico e da sforzo. Nonostante una rapida diagnosi e successivo trattamento, da sempre deve fare i conti con occhi gonfi, tosse e affanno. Il contatto con gli animali o il minimo cambiamento del tempo in autunno si ripercuotevano pesantemente sui suoi bronchi, costringendolo molto spesso a usare l’inalatore. «Ne sono stato molto condizionato. E il vero tasto dolente per me era l’ora di ginnastica a scuola», racconta con una voce delicata, in netto contrasto con il suo giovane fisico possente. Alle partite di palla prigioniera spesso era il primo a essere colpito e giocando a prendersi era un facile bersaglio per i compagni di scuola. L’ora di ginnastica diventò presto un inferno e lo sport, in generale, una tortura. «Era un circolo vizioso» aggiunge Stephan Oehl, padre di Frederick. Muovendosi poco, suo figlio è presto ingrassato, cosa che ha ulteriormente limitato la sua attività fisica. Con conseguenze anche psichiche: «In particolare da bambini, il riconoscimento da parte dei coetanei passa spesso per i successi nello sport. Non potendo competere, Frederick ha iniziato sempre più a chiudersi in sé stesso.»

La svolta al corso di prova

Ma nel 2016, all’età di 13 anni, ecco il giro di boa: il medico curante di Frederick Oehl, che ne seguiva la malattia e l’aumento di peso, gli ha proposto di provare il canottaggio. Frederick accetta e prende parte a un corso di prova di una settimana, rimanendone entusiasta: «Il canottaggio è ideale per chi soffre d’asma. Sull’acqua infatti c’è l’umidità giusta e anche meno polline», racconta Frederick. La sua voce ora si fa più sicura e il suo sguardo si accende.

Dopo la settimana di prova ha iniziato ad allenarsi regolarmente. Dapprima solo una volta a settimana, ma già dopo poco ha aumentato l’intensità con 4–5 allenamenti settimanali. Oltre allo sport in sé, ciò che gli piace è l’atmosfera nella squadra. «Vedevo i miei compagni vogatori quasi ogni giorno, come in una grande famiglia. È anche per questo che l’allenamento mi divertiva così tanto.» Anche i cambiamenti del suo corpo sono stati fonte di motivazione: «In canoa, è importante protendersi il più possibile con il torso per riuscire poi a spingere il remo con un colpo netto e deciso», spiega Frederick aprendo le sue lunghe braccia per spiegarci meglio. «All’inizio era impossibile, perché la pancia mi era d’ingombro. Con il passare del tempo però ho potuto osservare come andasse calando sempre più. «Dopo qualche mese mi sono provato i miei vecchi pantaloni. Vedere quanto grandi mi erano diventati è stata una sensazione unica. Meglio di qualsiasi medaglia che abbia mai vinto.»

La funzionalità polmo­na­re è netta­men­te migliorata

Grazie al canottaggio, anche l’asma del giovani è migliorata. All’inizio doveva inalare i suoi farmaci molto spesso, trovandosi spesso al limite della sopportazione. «Al mio primo allenamento di resistenza è stata dura. Dovevo fermarmi in continuazione mentre i miei compagni erano inarrestabili. Ma più facevo sport, più facile diventava.» Frederick ora tiene tranquillamente il passo con atleti sani e, oltre a un’inalazione di base, necessita solo di un’altra inalazione prima di ogni regata. «E per il medio termine, lo pneumologo spera di poter sospendere anche quella. La sua funzionalità polmonare infatti è decisamente migliorata», afferma il padre, il quale continua a raccontarci che da quando è un vogatore, Frederick non ha più avuto attacchi d’asma.

Ciò nonostante, non intende prendere sotto gamba la malattia del figlio. In tal proposito, ci riferisce di un compagno di Frederick, affetto da un’asma mal controllata, che ha avuto un accesso d’affanno alla fine di una gara. Secondo Stephan Oehl, questo è un classico esempio di come i pazienti e i loro familiari gestiscono la malattia. «Spesso ho incontrato genitori che non prendono abbastanza sul serio la malattia dei figli, o addirittura la minimizzano. Tutto ciò non va bene. Perché se si vuole tenere l’asma sotto controllo, occorre una terapia ben calibrata.»

Grandi ambizioni

A Frederick Oehl piace raccontare la sua storia per dimostrare l’importanza della terapia giusta e fare coraggio ad altri pazienti. Il liceale pensa addirittura che un domani queste esperienze potrebbero orientare la sua scelta professionale: «Dopo la maturità, vorrei lavorare con bambini e ragazzi affetti dall’asma per risparmiar loro le esperienze più brutte che mi sono capitate.»

Asma: la terapia giusta è essenziale

Affanno, tosse secca, sensa­zione di costri­zione al petto: in Svizzera, l’asma col­pisce un bambi­no su 10 e un adulto su 14. Spesso ques­ta malat­tia cronica è esacer­bata da aller­geni come ad esem­pio gli acari della polvere, i peli di animale o il polline. Inoltre, i disturbi dell’asma posso­no essere cau­sati anche da fattori aspecifici quali aria fredda e secca o sforzi fisici. Nelle persone asmatiche, le muco­se dei bronchi reagis­cono a questi fattori infiam­mando­si, gonfiandosi e pro­du­cendo un muco denso che si accumula. Al contempo, i muscoli che circon­dano i bronchi si contrag­gono e ostruis­cono ulterior­mente le vie respira­torie. L’asma non è curabile, ma è possi­bile tenerla sotto con­trollo con successo. L’im­por­tan­te è che i pazienti evitino gli allergeni noti e si atten­gano metico­lo­sa­mente alla pre­scri­zione dei farmaci.

La Lega polmonare